Che l’arsenico che si trova in ambiente sia nocivo per la salute dell’uomo è oramai certo, tanto che la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità ha stabilito i microgrammi massimi per ogni litro d’acqua da non superare per l’acqua potabile per non essere considerata dannosa per l’uomo. Proprio per questo si stanno organizzando negli ultimi mesi diversi convegni e incontri atti a trovare una soluzione a questo problema ambientale sempre più invasivo.
Uno dei più recenti si è svolto lo scorso mese a Milano e anche il personale tecnico di Uniplant fortemente interessato a tenere monitorato questo delicato argomento che ci riguarda in prima persona, ha voluto essere presente. Si tratta del Convegno “Arsenico nell’ambiente” organizzato da BATA (Bacterial Assisted Adsorption Technology for Arsenic removal from water), associazione che sta attualmente studiando la possibilità di rimozione dell’arsenico a livello batterico, con degli impianti di tipo biologico.
Un problema che è senza dubbio mondiale, ma che purtroppo ci riguarda anche da molto vicino, visto che è stato riscontrato un alto tasso di concentrazione di arsenico anche in alcune zone delle nostre acque nazionali. Il convegno ha presentato i risultati del progetto finanziato da Fondazione Cariplo, condotto su acque contaminate da arsenico provenienti da Lombardia e Lazio, in cui è stata studiata la componente batterica in funzione dello sfruttamento delle risorse biologiche nei processi di trattamento con materiali adsorbenti.
Ma facciamo un passo indietro. In quale misura l’arsenico è pericoloso per la salute dell’uomo?
L’arsenico è un semimetallo presente e molto diffuso in natura: lo possiamo infatti trovare nell’atmosfera, nel suolo, nelle rocce e nell’acqua. La sua alta diffusione però non è totalmente positiva, in quanto si tratta di una componente nociva e cancerogena per l’uomo che può esserne facilmente contagiato attraverso l’acqua potabile. La pericolosità per la salute è data quindi dalla facilità di contaminazione, che può avvenire sia direttamente attraverso l’assunzione di acqua potabile, sia indirettamente attraverso il consumo di quei cereali e di quegli ortaggi che lo assumono dalla terra e dall’acqua di irrigazione, o dai prodotti caseari (come derivato dall’alimentazione degli animali).
Ed è qui che entra in gioco Uniplant e la sua attività di depurazione, fondamentale per liberare l’acqua dall’arsenico prima di qualsiasi utilizzo. Come azienda abbiamo messo a punto alcuni processi codificati per la depurazione da arsenico, che vengono poi declinati sulle specifiche esigenze di ciascun cliente. In linea di massima possiamo comunque anticipare che l’acqua con arsenico può essere trattata con adsorbimento su ferro, con la coagulazione e flocculazione con ferro e con l’elettroflocculazione.
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