Le acque reflue possono essere una soluzione alla emergenza idrica?
L’acqua è una risorsa essenziale per la sopravvivenza umana e per la salute dell’ecosistema terrestre: tuttavia, l’utilizzo delle acque reflue depurate in ambito agricolo, industriale e civile come soluzione alla emergenza idrica rappresenta ancora un tema controverso e delicato.
I pro e contro del riutilizzo delle acque reflue per fronteggiare l’emergenza idrica
Una delle principali ragioni per cui le acque reflue sono state considerate una soluzione possibile è la loro disponibilità. Inoltre, le acque reflue contengono una quantità significativa di nutrienti e sostanze organiche, che possono essere utilizzate come fertilizzanti per i campi. Ma l’utilizzo delle acque reflue, se non adeguatamente trattate, presenta anche dei rischi: la presenza di contaminanti come metalli pesanti, sostanze chimiche e patogeni può infatti rappresentare una minaccia per la salute umana e per l’ambiente.
Per questa ragione per mitigare questi rischi è necessario non solo utilizzare sistemi di trattamento adeguati per le acque reflue, ma anche monitorare regolarmente la qualità dell’acqua per garantirne la sicurezza e definire una normativa comune a cui fare riferimento.
Il regolamento europeo per fronteggiare l’emergenza idrica
Il regolamento UE 2020/741, che entrerà ufficialmente in vigore il 26 giugno 2023, definisce i requisiti minimi per l’utilizzo sicuro delle cosiddette “acque affinate” per diversi usi e il relativo monitoraggio. Per acque affinate s’intendono proprio le acque reflue urbane adeguatamente trattate da impianti di depurazione a norma.
Emergenza idrica e acque reflue: qual è la posizione dell’Italia in merito?
Il Ministero dell’Ambiente e Sicurezza Energetica (MASE) ha avviato una consultazione pubblica del Decreto del Presidente della Repubblica per adeguare la legislazione nazionale sulle acque reflue e sul loro riutilizzo alle nuove normative europee.
L’Italia, infatti, già da tempo riutilizza le acque reflue depurate in ottica circolare per far fronte alla carenza di risorse idriche: precisamente dal 2003, seguendo una normativa volta a proteggere la salute pubblica e l’ambiente, che però rischia di andare in contrasto con le nuove disposizioni europee e, di conseguenza, di creare confusione fra gli operatori del settore.
I punti più delicati sono senza dubbio i diversi utilizzi delle acque reflue depurate: le acque reflue, infatti, possono essere (e, in una certa misura, già sono) utilizzate in ambito agricolo, industriale e civile, ad esempio per l’irrigazione dei campi, per il raffreddamento dei macchinari e per il lavaggio dei veicoli, ma occorre definire nel dettaglio le modalità di monitoraggio, i soggetti responsabili, gli obblighi e, soprattutto, un piano di gestione dei rischi efficace e uniforme, per far sì che la salute umana, animale e ambientale non siano messe a repentaglio.