Più di 16.000 imprese e 162.000 addetti per un fatturato di circa 8 miliardi di euro: sono questi i dati dell’industria cartaria italiana secondo il Report 2023 di Allianz Trade. Un’industria leader per quanto riguarda l’economia nazionale, che deve però anche affrontare diverse sfide ambientali legate al trattamento e alla depurazione delle acque reflue generate durante il processo di produzione. Quali sono, quindi, gli impianti di depurazione più adatti?
Continua a leggere l’articolo per scoprirlo.
La produzione di una cartiera: acqua utilizzata e acque di scarico
Per trattare le fibre di cellulosa, sbiancare le paste e lavare i macchinari, l’industria cartaria impiega grandi quantità di acqua all’interno del suo processo produttivo. Inoltre, le acque reflue generate contengono sostanze contaminanti come solidi sospesi, tracce di metalli pesanti, composti organici-clorurati e batteri.
È quindi prioritario cercare di trattare le acque reflue al fine di riutilizzarle all’interno del ciclo produttivo, ridurre i consumi ed evitare sprechi.
Quali sono gli impianti di depurazione acque reflue più adatti per l’industria cartaria?
Visto e considerato la sempre più crescente produzione d’imballaggi, scatole e carta riciclata, l’industria cartiera non può esimersi dal trattare le acque reflue in maniera adeguata ed efficiente.
Ma quali sono le tipologie d’impianti di depurazione acque reflue più adatte per le aziende del settore cartario?
Ecco qualche esempio:
Con la sua esperienza pluriennale nel settore, Uniplant è in grado di offrire diverse tipologie d’impianti di depurazione acque reflue altamente performanti per l’industria cartaria, in base a quelle che sono le necessità specifiche e in ottemperanza ai limiti legislativi previsti.
Richiedi una prima consulenza gratuita e fatti consigliare dal nostro team di esperti nella scelta più adatta a quelle che sono le tue esigenze!
